Campo internazionale “The Common Land”
Terminato da una settimana il primo campo di volontariato internazionale che ha reso pienamente vivi i locali della Green Station; the Common Land è il nome del workcamp che ha suscitato l’interesse di 9 giovani volontari che hanno raggiunto Pontecagnano da Serbia, Russia, Germania, Spagna e Corea del Sud dedicando al volontariato tredici giorni della loro estate. Il nome del workcamp è legato ovviamente al desiderio di far conoscere ai volontari la nostra idea di “land”, terra in senso stretto, legata agli orti sociali, all’agricoltura biologica, al km 0 e al no nei confronti del selvaggio sfruttamento del suolo, ma rientra senz’altro in tutto ciò che è definibile come common, i beni comuni, a partire dal Parco Archeologico e la Green Station fino ad arrivare ai concetti più ampi di riappropriazione dei beni di comunità e di rigenerazione urbana, culturale e sociale.
Il campo è stato strutturato in una parte dedicata a lavori di riqualificazione in senso più pratico, fisico, ed una parte dedicata a laboratori, workshops, discussioni con approccio non formale su discriminazione, uguaglianza, integrazione, migrazione e cambiamenti climatici. Per quanto riguarda la parte più pratica i volontari si sono impegnati nella riqualificazione dei giardini antecedenti la stazione ferroviaria di Pontecagnano attraverso un’opera di pulizia, pitturazione e street art; le mura dei giardini ora sono tinte di verde e vi sono raffigurate bolle di sapone con all’interno differenti figure legate ai diversi modi di viversi il “viaggio”, fisico e spirituale. I volontari hanno avuto modo, inoltre, di conoscere i principi dell’orticultura e dell’agricoltura biologica lavorando in prima persona all’orto, di impastare il pane e cuocerlo nel forno a legna in onore delle antiche tradizioni contadine, di partecipare alla pulizia del Belvedere di Magazzeno con la Pro Loco Etruschi di Frontiera e un gruppo di ragazzi di un CAS poco lontano, di visitare il Museo Archeologico di Pontecagnano Etruschi di Frontiera e di apprezzare le perle del nostro territorio: Paestum, Agropoli, Napoli.
Il campo ha rappresentato un fortissimo segnale per la nostra comunità, una boccata d’energia potente, allegra, multietnica. Un bellissimo esempio di integrazione.